Citomegalovirus DNA

L'infezione da CMV è ampiamente diffusa, esiste un graduale aumento alla sieropositività in rapporto all'aumentare dell'età; le prime infezioni sono più frequenti nell'adolescenza. Il virus persiste a lungo nell'organismo e viene escreto dagli individui infetti soprattutto con la saliva e le urine. L'infezione si trasmette principalmente attraverso quattro vie: transplacentare, al momento del parto, per via inalatoria e attraverso trasfusioni di sangue. Nell'uomo, pur essendo molto diffusa, è quasi sempre asintomatica; soltanto in pochi casi può dare origine a malattie gravi coma la "malattia citomegalica del neonato". Infatti il rischio maggiore sono le infezioni intrauterine e neonatali le quali possono portare a quadri clinici molto gravi con conseguenze anche fatali. Chi sopravvive porta co se comunque il virus che a distanza di anni possono dare sordità, ritardo psicomotorio. Nelle diagnosi di infezioni da CMV, spesso è opportuno stabilire se si tratta di un infezione attiva, pregressa, congenita o neonatale. il ritrovamento nel sangue di Immunoglobuline G contro il Citomegalovirus sta a significare che la persona interessata ha contratto l'infezione in tempi passati e ha sviluppato un'immunità specifica contro il suddetto virus. e' possibile effettuare anche il test di avidità che consiste nel determinare la forza del legame antigene-anticorpo e determinare cosi il tempo di esposizione al virus.

La ricerca e la quantificazione del DNA virale in vari tipi di campione (plasma, urine, saliva, feci) indica la presenza del virus, in modo altamente sensibile e aspecifico, il quale può essere la causa della patologia in corso. La ricerca del DNA è particolarmente importante in caso di gravidanza e nei soggetti fragili quali bambini, anziani, immunocompromessi.